Scuola, il prossimo anno
in Toscana 917 cattedre in menoIl taglio è dovuto agli effetti della manovra finanziaria del 2008. Lo ha comunicato il direttore dell'ufficio scolastico regionale. L'Uncem lancia l'allarme: "A rischio le scuole montane"
Sono 917 i posti del personale docente in meno per il prossimo anno scolastico in Toscana, a causa di tagli previsti dal decreto legge 112/2008, la manovra collegata alla finanziaria di quell'anno: lo ha confermato Angela Palamone, direttore dell'Ufficio scolastico regionale, parlando a margine della presentazione di un'iniziativa sui disturbi dell'apprendimento.
Per quanto riguarda la ripartizione dei tagli nelle singole realtà, Palamone ha affermato che "tutto è ancora in fase di elaborazione: ho riunito gli uffici lunedì scorso, stanno facendo la mappa delle scuole; devo riunire i sindacati e parlare con gli enti locali". Il direttore ha spiegato che i calcoli per quanto riguarda le scuole di secondo grado saranno fatti dopo la definizione dell'organico delle scuole primarie: "Cerchiamo di confermare il più possibile il tempo pieno", ha aggiunto a tale proposito.
Intanto l'Uncem lancia l'allarme per le materne. Secondo l'Unione dei comuni montani molte località di montagna in Toscana potrebbero non raggiungere il numero minimo di bambini per il mantenimento di scuole dell'infanzia. "Il Ministero dell'istruzione - spiegano i rappresentanti di Uncem toscana - ha garantito, mediante un'intesa con Uncem, il mantenimento del plesso scolastico nelle zone montane, ma non ha previsto deroghe per la composizione delle sezioni della scuola dell'infanzia. Da un monitoraggio sul territorio, sono circa 40 le sezioni a rischio perchè non raggiungeranno il numero minimo richiesto di 18 bambini".
Di qui l'allarme per "un presidio imprescindibile per i Comuni montani" e per "garantire ai bambini il percorso formativo e la continuità didattica, almeno per la scuola dell'infanzia e la scuola primaria". Nicola Danti, presidente della commissione cultura in consiglio regionale, ha proposto di lavorare alla stesura di un testo condiviso da tutte le forze politiche per una risoluzione dell'assemblea regionale.
"E' necessario che siano mantenuti i servizi essenziali e che vengano previste deroghe di carattere generale", ha dichiarato, aggiungendo che "una risposta importante potrebbe giungere dal progetto '0-6 anni' che sarà uno dei progetti strategici del Piano regionale di sviluppo e potrà dare risposte risolutive attraverso una forte integrazione dei servizi tra prima infanzia e scuola materna"
(La Repubblica, 23 marzo 2011
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